Bibliografia | Copia della tavola del rilievo effettuato dall'arch. D'Aprile, arch. Rossi e geom. Arquilla per il recupero del mulino e cartoline d'epoca fornite dall'ufficio della Riserva.
AA.VV., Raiano la storia, l'arte, la natura, le tradizioni, Raiano, Amaltea edizioni, 2003 Barbato G., del Bufalo A., L'Abruzzo e i centri storici della provincia dell'Aquila. Schedatura dei comuni e frazioni di interesse storico-artistico con bibliografia e cronologia degli Abruzzi da IV sec. a.C. al 1978, L'Aquila, Marcello Ferri editore, 1978, pp. 261-262
Bellotta I., I castelli d'Abruzzo. Storie, segreti, misteri delle fortezze sorte in ogni angolo di una regione generosa, aspra, selvaggia, Roma, Newton Compton editori, 2006, p.126 Fucinese D.V., Raiano e dintorni, l'immagine e la storia, Raiano, Amaltea edizioni, 2007 Fucinese D.V., Raiano e dintorni, l'immagine e la storia, Raiano, Comune, 1987 | |
Note storiche | Mulino ridotto a rudere, situato in comune di Raiano in provincia dell'Aquila.
"A poca distanza dall'eremo vi è un sistema di canalizzazione che faceva funzionare un antico mulino, attivo fino al primo dopoguerra, oggi diruto per il lungo abbandono. Esso conserva ancora al suo interno due macine ed alcuni elementi tipici dei mulini ad acqua come si desume da quel che resta della struttura architettonica. Sul prospetto dell'edificio verso il fiume si aprono tre archi in pietra utili al passaggio dell'acqua. Al di sotto degli archi era contenuta la pala, generalmente orizzontale, che azionava le macine. Vi era anche qualche ambiente destinato ad abitazione del mugnaio. La copertura è in legno con capriate a vista. NOTIZIE STORICHE:
1706: terremoto in cui rimasero vittime otto donne e al quale seguirono non pochi rifacimenti nel vecchio borgo nel corso del '700(Fucinese)
1715: per debiti Raiano venne venduto a pubblico incanto e nel 1715 ad istanza dei creditori e l'acquistò per 30100 ducati un Francesco Recupito che prese il titolo di marchese di Raiano, e i Recupito furono gli ultimi feudatari.
1915: terremoto che provocò numerosi danni alle strutture.
Spazi: I resti del mulino si collocano sul versante destro dell'alveo fluviale che scende verso valle. A guisa di ponte, a monte del mulino, si staglia l'eremo di San Venanzio. Tutt'intorno una natura boscosa. Gli effetti visibili sulla roccia, rappresentati da molature e fossette di erosione idrica, testimoniano di un passato in cui le acque costituivano il protagonista ambientale del territorio in argomento.
Impianto Strutturale: Strutturalmente il mulino ad acqua univa una grande efficacia ad una reale semplicità: l'acqua captata più a monte era canalizzata e raccolta in una vasca. Da questa essa si riversava con impeto nella torre fino a raggiungere la cosiddetta 'casetta' del mulino, luogo dove l'acqua azionava i congegni permettendo alle macine di girare. Lo schema vasca, torre, casetta si ripeteva ma non mancavano differenze strutturali dovute a fattori contingenti ed alle differenti epoche di costruzione dei mulini. Dell'impianto originario oggi al mulino di Raiano sono visibili il canale di adduzione e di sfiato del mulino, la vasca di contenimento dell'acqua captata, un sistema di archi a livello del fiume che individua tre spazi rettangolari affiancati e coperti a volta e lacerti della mura tura perimetrale a quota 2.60. Antistante al paramento esistente, a nord,i resti di una scala di ingresso in pietra squadrata e roccia." | |