Note storiche | Il Mulino Florio, costruito, sui resti dell’allora “Mulino della Porta”, dalla famiglia Florio, nella seconda metà del ‘700, è un piccolo esempio di archeologia industriale riconoscibile dalla “fota”, una specie di deposito d’acqua, derivata dal corso del vicino torrente, che aziona la mola per la macina del grano.
Il mulino, appartenuto alla famiglia Florio è stato dismesso negli anni ‘70 e la stessa sorte è toccata ai molti mulini ad acqua presenti sul nostro territorio.
La struttura è andata così man mano deperendo fin quando il 14 gennaio 2000 la famiglia Florio l’ha voluta donare all’Amministrazione Comunale. La struttura, ormai cadente, è stata utilizzata, per alcuni anni, solo nel corso della rappresentazione del presepe vivente.
Nell’anno 2005 fu operata la prima ristrutturazione ed il 3 agosto 2010, il mulino è stato concesso in comodato d’uso all’Associazione “Il presepe nel presepe”. Questa prima ristrutturazione è stata conservativa ed ha permesso di recuperare la parte muraria e architettonica ma non ne ha ripristinato l’antica funzionalità.
Successivamente, nell’anno 2010, si è operato un ulteriore restauro affinché il Mulino Florio tornasse ad espletare la sua funzione principale: la macinatura del grano.
Finalmente il 26 dicembre 2015 il mulino Florio ha ricominciato a macinare i primi chicchi di grano. Un grosso contributo affinché si giungesse a questo risultato è stato dato dalla famiglia Di Mella nella persona di Angelo, mugnaio in Morcone, che ha donato alcune parti meccaniche del mulino. Altro importante sostegno è stato dato dai tanti artigiani ed ex mugnai che con le loro competenze hanno permesso la messa a punto del delicato meccanismo.
Trovare un mulino ad acqua perfettamente funzionante in un centro storico è cosa molto rara e per questo rappresenta una grande ricchezza.
La maggior parte dei mulini ad acqua, infatti, si trovano vicino ai grandi corsi di acqua, garanzia, questa, di un funzionamento ininterrotto per tutto l’anno e quasi sempre dotati di un fabbricato adiacente denominato “la casa del mugnaio”.
Il mulino Florio, invece, si trova a ridosso di un torrente che nel periodo estivo, a causa della scarsità di piogge, non può operare ed è un fabbricato dedito solo alla macinazione del grano.
Questo particolare ci fa capire come la scelta di operare su un laboratorio meno redditizio era dettata dal fatto che il mulino rappresentava un vero e proprio servizio per la cittadinanza, la quale per approviggionarsi della farina non era costretta a lunghi spostamenti a piedi.
Oggi il mulino Florio vuol rappresentare un volano di crescita e conoscenza per tutta la comunità. Per questo si è provveduto, insieme all’Università del Sannio, a formulare un capitolato, dove principalmente si afferma che nel mulino Florio vengono macinati solo grani antichi, non geneticamente modificati e senza uso di pesticidi o glifosati.
Si sta cercando di incentivare gli agricoltori a coltivare proprio questi antichi grani quali la Saragolla ed il Senatore Cappelli ed un grano tenero, denominato Autonomia, molto diffuso un tempo in queste zone.
È bene ricordare che queste tipologie di grani sono a basso contenuto di zuccheri e ricchi di proteine ed il loro utilizzo, in una sperimentazione fatta dalla ASL di Benevento su 30 pazienti, ha dimostrato di dare grandi benefici.
I primi risultati sono soddisfacenti ma c’è la necessità di creare una filiera completa che possa ruotare proprio attorno al mulino, incentivando il consumo di un prodotto altamente genuino.
Inoltre numerose sono le scolaresche che durante l’anno fanno visita a questo esempio di ingegneria e di meccanica. Poter assistere alla trasformazione del grano che si trasforma in farina, con la sola forza motrice dell’acqua, è un’esperienza unica. | |