con macina a clessidra: in realtà è una particolare macina rotatoria greca, introdotta nel mondo romano nel II secolo a.C. Presenta un fondo fisso (detto in latino meta) formato da un cilindro desinente in un alto cono, e un coperchio o catillus a duplice tronco di cono unito per la faccia minore come avviene con una clessidra: questa presenta il tronco di cono inferiore con effettiva funzione di macina corrente, mentre il contrapposto tronco di cono con “bocca” verso l’alto assume la funzione di capiente tramoggia. Nel punto di incontro dei due tronchi di cono stavano delle sporgenze o degli incassi semplici o doppi (e allora contrapposti) di varia forma, in cui venivano bloccati, con vari mezzi, i bracci utilizzati (diritti o “a giogo”) da uomini o animali per far ruotare la macina corrente. Per evitare che le facce macinanti del fondo e del coperchio si toccassero, furono inoltre messi in atto dei particolari espedienti con funzione di distanziatori.