il tipo più semplice è costituito di una lastra di pietra con due cavità a “mortaio” entro cui pestano alternatamente due pestelli pendenti, appesi a un “giogo” orizzontale sostenuto al centro (fulcro di oscillazione) da una colonna di legno o di altro materiale. Tale macchina, utilizzata fin dall’antichità per sbucciare (o “brillare”) soprattutto orzo e miglio, opportunamente perfezionata, ha dato luogo al cosiddetto mulino a pestelli con numerose cavità entro cui pestano, con opportune alternanze e fino a una certa profondità, tre, quattro o perfino cinque pestelli. Il pestino mostra di essere l’antefatto degli odierni “mulini a pestelli”, utilizzati soprattutto nelle miniere, per macinare materiale roccioso, servendosi frequentemente di batterie con una quantità di pestelli che va da sei a varie centinaia, secondo il bisogno e le qualità dei materiali prescelti.