
Il frantoio da olive è il luogo dove viene estratto l’olio dai frutti.
Il ciclo di produzione si divide in 6 fasi essenziali: il lavaggio delle olive, la frangitura, la gramolatura, la spremitura, la separazione e lo stoccaggio.
Nell’antichità e fino all’inizio del secolo scorso, la “macchina” utilizzata per la frangitura delle olive era costituita da una grande vasca circolare, all’interno della quale rotolavano da una a tre grosse mole verticali, di pietra molto dura, che frangevano le olive poste nella vasca stessa. Il movimento della/e mola/e era vincolato da un perno verticale infisso al centro della vasca e da un perno orizzontale, solidale con quello verticale, che entrava nell’occhio della/e mola/e.
La mola veniva fatta girare da un animale (asino, mulo, cavallo o bue) con gli occhi coperti da una benda. Questo tipo di azionamento, in gergo, veniva definito “a sangue” o “a tiro”. Nelle zone in cui si poteva sfruttare un corso d’acqua, la mola veniva invece azionata mediante una ruota idraulica.
Il ciclo di produzione tradizionale dell’olio d’oliva, in graduale disuso, richiede la pulizia delle olive, la frangitura a pietra (azionata dalla forza animale o idraulica), la torchiatura e la separazione (manuale o meccanica) dell’olio dall’acqua.
Attualmente il processo molitorio tende sempre più a diventare un ciclo continuo automatizzato, strutturato in acciaio, composto dal defogliatore, dalla lavatrice, dal frangitore, dalla gramolatrice, dal decantatore, che separa la parte solida da quella liquida, e dal separatore, centrifuga che separa l’acqua dall’olio.
Come si può notare la modernità non muta le funzioni del frantoio; certamente perdiamo il fascino delle rotanti macine in pietra ma miglioriamo la qualità, la pulizia e risparmiamo energia.