Il Molino Maufet si trova a Villatico, una frazione di Colico (provincia di Lecco), in cima al ramo settentrionale del Lago di Como; da qui in poco tempo si arriva in Svizzera, in Valchiavenna e in Valtellina. In posizione panoramica, il Molino guarda la costa occidentale del lago da un lato e le Prealpi dall'altro.
Gli spazi abitativi della Famiglia dei mugnai e la storica Casa Amalia, dopo accurato restauro, ospitano oggi sei accoglienti alloggi: Il Granaio, Casa Amalia, La Volta, Il Fienile, Alle Macine e La Roggia. La ristrutturazione è avvenuta in modo sostenibile, riutilizzando e ricollocando, ove possibile, i materiali originali, e adottando tecnologie intelligenti per il risparmio energetico. Ad accogliere gli ospiti nel grande giardino di 4.000 mq ci sono due gatti bianchi e neri: Tillo e Tilla. Condividono il prato con le api e gli altri insetti impollinatori che ronzano tra cespugli di lavanda, margherite e un cedro del Libano secolare, mentre una piccola altalena pende dal ramo di un pero. Su tutti veglia il Monte Legnone che, con i suoi 2.609 m, è la cima più alta del settore occidentale delle Alpi Orobie e ospita a 750 m il Valorga, il più basso nevaio d'Europa.
Il Molino Maufet è sito nel borgo di Villatico a Colico (LC), a pochi passi dal Sentiero del Viandante, lungo il percorso dell’Antica Roggia Molinaria che ha origine a Fontanedo, primo insediamento del paese, risalente al 1100. Il Molino Maufet nasce in questo periodo e precisamente con una piccola costruzione visibile a monte dell’attuale complesso storico.
Anche il Catasto Teresiano del 1718 ne dà traccia grazie ad un contratto di Livello, come “Sito di Pila per Orzo ad Acqua” di proprietà dei Frati Agostiniani di Gravedona, poi rilevato dalla Famiglia Sciucco insieme al Molino adibito invece alla macinazione di Grano e Granoturco.
Del complesso molitorio si hanno tracce anche nell'800, data ancor oggi evidente sull’architrave posta all’ingresso. Con le iniziali “MA BM” seguite da “FEB 1826” la Famiglia Sciucco cessava l’utilizzo della Pila proseguendo l’attività produttiva con il Molino. Sulla facciata è possibile ammirare l’affresco recuperato di S. Cristina di Bolsena, protettrice dei mugnai, celebrata il 24 luglio.
Il molino, attivo fino agli anni sessanta e abbandonato per la morte degli ultimi mugnai, detti “i Maufet” è ora di proprietà della Famiglia Bettiga, la stessa che si sta occupando da anni del restauro, valorizzazione e ricerca storica.
Non finisce qui. L'obiettivo non è mai stato solamente il recupero storico e culturale: un mulino è una straordinaria opera idraulica sostenibile, in grado di produrre energia per sé e per gli altri. Ispirandosi al progetto europeo Resto Hydro, il prossimo step del recupero prevede di arrivare un giorno a sfruttare tutto il potenziale energetico del molino.
Se volete immergervi in un’atmosfera antica, circondati dalla natura e cullati dal rumore dell’acqua, il mulino è il posto che fa per voi. Offriamo ospitalità nei nostri appartamenti situati nel casolare del mulino, che abbiamo restaurato con cura e arredato con molti oggetti che hanno da sempre caratterizzato questo casolare, per renderli unici entrambi… ognuno con i suoi elementi particolari e la sua atmosfera che li rende speciali. Nel periodo estivo è a vostra disposizione anche il nostro servizio Ristoro
Appare alla vista come una tradizionale casa colonica, invece contiene uno stupendo esempio di opificio idraulico, un’antico mulino a ritrecine per la molitura dei cereali, accuratamente restaurato, che dopo secoli continua ad offrire ancora oggi le sue farine artigianali di qualità superiore.
Il Mulino Medievale dei Renzetti è l’unico mulino nell’Alta Valle del Tevere, e uno dei pochissimi in Umbria, ancora perfettamente funzionante e che non ha subito alcuna modifica rispetto alla macchina costruita circa otto secoli fa, la sua origine è infatti legata al nucleo medievale sovrastante datato al XII secolo.
Sin da quando se ne ha memoria è di proprietà dalla famiglia Serafini, storicamente una delle principali famiglie di mugnai dell’Alta Valle del Tevere, che continua oggi con gli eredi Piergentili.