MULINI NATANTI
I mulini natanti sono posti su galleggianti sia fissi che mobili dentro un fiume o su uno specchio d'acqua. Tra questi si distinguono quelli che sfruttano in vario modo l'energia idraulica creata dallo sbarramento di un ponte e dalla conseguente "corrente" che si forma tra due pile (proprio come a Roma aveva fatto Belisario nel 537 d.C.). Non esisteva infatti città medievale che non mettesse a frutto la presenza dei ponti urbani per ancorare almeno un mulino natante di solito a valle di una o più arcate. Tra i ponti romani utilizzati in età medievale e moderna a tale scopo possiamo ricordare, ad esempio, a Roma il Ponte Cestio, il Ponte Fabricio, il Ponte di Probo, o a Padova il Ponte Molino, oppure a Verona il Ponte della Pietra, ma ciò avveniva anche con numerosi ponti medievali o moderni, con un elenco che potrebbe continuare a lungo (Galliazzo 1995).
I mulini natanti potevano essere costituiti di un solo barcone con due ruote laterali (mulino natante "a doppio ingranaggio"), soluzione un po' precaria, oppure, assai spesso, erano formati da due natanti affiancati e tenuti a congrua distanza l'uno dall'altro da un'opportuna travatura, tra la quale veniva sistemata la ruota d'acqua (mulino natante "a ingranaggio semplice"). Sull'argomento si vedano nel Glossario le voci: sandone, "mulinassa", "mulinella".